C’è sempre qualcosa da fare, ecco perché si parte.
Tubi da sigillare, muri da costruire, impianto fotovoltaico in panne, giochi, laboratori da organizzare…
Basta qualche giorno di permanenza in missione per capire che lavorare lì è una scuola di vita.
Questo posto cambia, destabilizza, da una forte scossa e fa vedere tutto da un’altra prospettiva. Si impara ad apprezzare quello che si ha: vivere in un Paese in pace, un Paese sicuro dove non bisogna camminare per chilometri per avere un po’ d’acqua e non si sa cosa significhi vivere costantemente con i morsi della fame.
C’è sempre da ricevere!
Con questo pensiero nel cuore si ritorna.